NECESSITA’ DELLA MACROREGIONE DEL MEDITERRANEO CENTRO OCCIDENTALE

 

LA STRATEGIA MACROREGIONALE PER RAFFORZARE L’UNIONE E PROTEGGERE IL SUD

La federazione Aiccre Puglia sta sostenendo l’iniziativa della MACROREGIONE DEL MEDITERRANEO CENTRO OCCIDENTALE, dopo la realizzazione negli anni scorsi della macroregione adriatico ionica, nata per impulso di Aiccre Marche e sostenuta anche da noi di Aiccre Puglia.

Dopo i forum del 7 aprile a Messina e del 7 settembre a Napoli è in preparazione un altro forum il prossimo 7 Novembre.

L’Aiccre Puglia ha partecipato con convinzione alle due manifestazioni.

Non riusciamo ancora a coinvolgere la nostra sede nazionale e capiamo poco le ragioni del mancato coinvolgimento.

La macroregione europea è una strategia di grande respiro.

E’ una strategia, quindi,  una scelta politica che può sopperire alla complicata e statica governance dell’attuale Unione europea.

La macroregione prevede una gestione di governance multilivello, certamente senza nuove “sovrastrutture” ma con la possibilità, anzi l’obbligo, di un raccordo tra lo strato base, le Città, quelle più vicine ai bisogni dei cittadini, quelle che per fisicità sono a fianco della popolazione, fino ai piani più alti e più ampi della rappresentanza: Province, Regioni, Stato.

Il tutto per coordinare risorse e progetti che servano non lo stretto ma il più largo orizzonte e vadano oltre i confini degli Stati nazionali per concentrarsi su problemi che interessano popolazioni e governi anche diversi di differenti zone.

I problemi del mare, dell’aria, dell’ambiente possono essere al centro di strategie che da sole, città, province o regioni non riescono ad affrontare.

Cosa può fare da sola la Regione Calabria o la città di Palermo per problemi come la navigazione, la portualità, l’inquinamento delle acque?

Quanta forza può invece mettere in campo una strategia che veda insieme città del sud Italia e del nord Africa per le migrazioni, i collegamenti marittimi, le vie di comunicazione ecc…?

L’Aiccre è un’associazione – inserita nel CCRE, la più gande associazione europea dei poteri locali, 140 mila enti soci di 43 paesi – rappresentanza unitaria degli enti locali e territoriali per contare di più nel quadro delle istituzioni dell’Unione. Capace di aver quasi imposto il Comitato delle Regioni, di aver fatto approvare la Carta delle autonomie, la Carta per le parità di genere, la strategia della politica di coesione ecc… Quindi una lunga e profonda esperienza  a tutela dei poteri locali, ma vista nel quadro del rafforzamento dal basso dell’Unione europea, nel convincimento che occorra più e non meno Europa; che è tempo di allargare le politiche comuni con una ulteriore cessione di sovranità.

A chi vaneggi una Nuova Europa, quella delle Nazioni facciamo presente che non è una novità poiché da sempre l’Europa è stata delle Nazioni e degli Stati fino al Trattato di Roma del 1957 sulla Comunità economica europea. Un’Europa delle Nazioni che ha assicurato non pace ma guerre durate per secoli, non benessere e sviluppo ma staticità della scala sociale, perenne e durature differenze di classe, nessuna tutela sul piano della salute, dell’istruzione, dell’ambiente ecc…

Ecco la ragione della presenza dell’Aiccre Puglia nell’iniziativa della costituzione di questa ulteriore macroregione. E’ per chiudere il cerchio del Sud Italia, per unire nei collegamenti viari, marittimi e ferroviari la parte meridionale della penisola e collegarla al Nord Europa e al Nord AFRICA.

Naturalmente facciamo riferimento alla Macroregione europea, diversa e distinta dal tentativo di macroregione italiana. Tanto per capirsi quella prevista dalla Fondazione Agnelli o dal defunto prof. Miglio: un accorpamento delle attuali regioni italiane in macroregioni o le tre aree macroregioanli della Penisola…

Solo se pensiamo a ciò che sta accadendo in Europa ci possiamo convincere della necessità di utilizzare questo strumento per “competere” non a mani nude.

Basta dare uno sguardo alla rete di comunicazioni ferroviarie, stradali, marittime oggi in Europa, alle opere in cantiere e progettate dal Nord Europa alle regioni del Nord Africa che aggirano a est ed ovest il sud Italia – alcune cartine presentate dall’ing. Saccà e da noi già pubblicate, per avere l’idea del nostro futuro isolamento.

Oggi, poi, la via della seta cinese e l’enorme disponibilità finanziaria dell’ex regno del dragone ci deve far riflettere e convincere che se non agiano con decisione e convinzione tutto il Sud Italia sarà tagliato fuori dal reticolo delle comunicazioni intercontinentali.

Ancora, un altro pericolo con il cambiamento climatico e il riscaldamento globale: i mari dell’Artico si stanno sciogliendo, consentendo forse il passaggio di navi mercantili sulla rotta del Nord, tagliando fuori dai commerci marittimi il Mediterraneo e le rotte africane.

RIFLETTIAMO MA AGIAMO. Le nostre discussioni “nazionalistiche” sono nulla di fronte a questi fenomeni così grandi.

Possiamo noi, singoli Stati, affrontare situazioni di tale ampiezza e portata?

Noi riteniamo di no. Ecco perché ci battiamo per strategie europee. Ecco perché siamo convinti che serva ed occorra più Europa, un’Europa con competenze politiche in materie oggi ancora in mano ai singoli Stati.

Ci sono campi in cui i singoli non hanno la forza e la capacità di agire, campi invece nei quali si dispiega tutta la forza e la “potenza” dell‘Unione. Sarà il caso di cominciare a porre in atto, in una misura maggiore di oggi e di ieri, le cooperazioni rafforzate. Chi “vuole” andare avanti lo faccia. Non sarà colpa sua se altri decidono di rimanere fermi e coltivarsi il proprio ristretto orticello di “sovranità”

L’auspicio è che l’Italia, paese fondatore dell’Unione resti nel gruppo di testa, guardi in avanti e non si lasci irretire da sirene nazionaliste  e retrograde. Il grande augurio è che i meridionali sappiamo cogliere il mezzo della Macroregione per proteggere le popolazioni meridionali e sviluppare adeguate progettualità di sviluppo e benessere.

Giuseppe Valerio

Presidente federazione Aiccre Puglia