BILANCIO EUROPEO E SITUAZIONE ITALIANA

IL DIBATTITO SUL BILANCIO FUTURO DELL’UNIONE EUROPEA E’ SINTOMATICO DELL’ATTUALE  SITUAZIONE POLITICA ITALIANA 

di Giuseppe Valerio

Chi è stato o è coinvolto nella discussione sul bilancio europeo 2021-2027?

Solo gli addetti ai lavori e, indirettamente, quelle categorie, potremmo definirle “lobbies”, che hanno lo scopo di salvaguardare le proprie posizioni e quelle dei loro aderenti.

Tra le voci fuori dal coro che hanno avuta qualche pubblica accoglienza c’è stata “vogliono tagliare i fondi alla nostra agricoltura per darli agli immigrati”.

I social hanno rilanciato queste preoccupazioni e si è diffuso il timore di cattivi e voraci o stupidi “burocrati” a Bruxelles che vogliono “punire” i nostri agricoltori.

Se si chiede a costoro se per caso hanno letto direttamente i documenti della Commissione – sono pubblicati in 21 lingue, compreso l’italiano) nessuno risponde o qualcuno si limita a rilanciare le “notizie” apprese dai referenti politici nazionali o sui social col tasto “condividi”.

L’Unione europea non merita tutto questo!

Le associazioni europeiste – la nostra Aiccre nazionale, per esempio – non possono continuare a balbettare o a tacere.

SVEGLIA!

Affrontiamo a viso aperto quanti, strumentalizzando la scarsa informazione o l’ignoranza(etimologicamente non conoscenza) dei più, sparano a cannonate contro l’UE solo e semplicemente per accrescere il “bottino” elettorale nazionale. E non faccio distinzione tra destra e sinistra.

LA QUESTIONE

La Commissione europea ha presentato una proposta di bilancio pluriennale prevedendo, a bocce ferme con la situazione politico-istituzionale odierna – un leggero taglio alla spesa per l’agricoltura e la politica di coesione.

E’ noto che dal 2020, in conseguenza della Brexit, verrà meno la quota che la Gran Bretagna versa all’UE: 12/13 miliardi.

Le politiche europee che assorbono la  gran parte del bilancio sono l’agricoltura e la coesione. Quindi è qui che si può “tagliare”.

A meno che… , dice la Commissione, i 27 paesi membri non coprano il bilancio con un aumento dei propri trasferimenti all’Unione.

Ricordiamo che l’UE si mantiene con il contributo degli Stati membri  pari all’1% del proprio PIL nazionale.

Apriti cielo! Aumenti? Mai, santi numi!

Allora bisogna tagliare l’esistente.

E tutto il resto? Vale a dire le materie, le questioni, i nuovi problemi di cui ogni giorno ci lamentiamo e per i quali auspichiamo e pretendiamo l’intervento dell’UE?

Ricerca, scuola, salute, ambiente, immigrazione ecc…

Tutte questioni per le quali la  Commissione, ha la necessità di aumentare il contributo nazionale portandolo dall’1% ad una quota tra l’1,3 e l’1,8%.

E’ importante inoltre ricordare che l’assetto istituzionale dell’UE assegna le decisioni non alla Commissione – che fa solo proposte – ma al Consiglio europeo, composto da un rappresentante(Capo dello Sato o del Governo nazionale) per ogni Stato membro con  un voto vale uno.

E qui casca l’asino!

Le decisioni quindi sono assunte da ogni Stato che ha un voto a prescindere se si chiama Cipro, Grecia, Malta, Lussemburgo, Germania, Francia o Italia. UNO VALE UNO  e, in molti casi, le decisioni devono essere prese all’unanimità.

Ecco dove il problema ritorna ad essere politico e quindi complesso e riguarda, appunto, il futuro dell’Unione che può continuare ad essere intergovernativa (appunto uno vale uno e all’inanimità) oppure deve fare un passo avanti verso il “federalismo” dove il potere ce l’ha il POPOLO che elegge un PARLAMENTO che fa le leggi e che, a sua volta, elegge un GOVERNO – la COMMISSIONE .

Quindi sommessamente faccio presente che in questa situazione c’è bisogno non di più ma di meno sovranità nazionale, non di meno ma di più sovranità europea.

Vale a dire una maggiore e più stretta integrazione.

UN ESEMPIO

Oggi vogliamo più sicurezza. Ogni Stato ha esercito e corpi di polizia nazionali.

Oggi serve mantenere 27 eserciti nazionali, con migliaia di ufficiali e decine di capi di stato maggiore ecc… o di un unico esercito con una centralizzazione delle spese, delle decisioni, ecc…? Quale difesa sarebbe più utile ed efficace?

In definitiva c’è bisogno di una comunicazione più veritiera, più diretta, più efficace, non per  “contrastare” i sovranisti e/o i populisti, ma per rappresentare l’UE per quella che è: un  grande progetto riuscito di integrazione e di pace, unico nell’era moderna – finora 70 anni di pace in un continente per secoli percorso da periodiche sanguinose guerre. E, tuttavia, ancora fermo all’intuizione del 1950 di Jean Monnet per un’Europa “funzionalista” e gradualista. Cioè mettiamo in comune le materie su cui concordiamo – magari le economiche e finanziarie – poi il resto verrà piano piano…

E’ giunta, invece, l’ora di scelte più coraggiose: è la realtà che lo esige: GLI STATI UNITI D’EUROPA!

E’ l’ora dell’Europa FEDERALE: un popolo, un parlamento, un governo.

Come negli anni cinquanta del secolo scorso questo percorso, tracciato da uomini di fede democratica e cristiana (Adenauer, Shumann, DeGasperi) e proseguito negli anni successivi e nei momenti difficili dall’asse franco-tedesco, si ripropone oggi con Merkel e Macron. Mi piace ricordare l’insediamento solenne del presidente francese in piazza con  le note dell’inno alla gioia.

E noi italiani?

Fatti fuori? NO, gli italiani sono assenti perché oggi c’è poca politica in Italia. Non gli altri cattivi e/o furbi, ma noi deboli e, a volte, “incapaci”.

Allora torniamo al dibattito, offriamo dati, rilanciamo idee e progetti politici non economici: mettiamoci il cuore.

L’Aiccre Puglia per questa azione di comunicazione e sensibilizzazione  è stata riconosciuta tra i vincitori in Europa del PREMIO SPINELLI.

Mi piace chiudere con una riflessione di uno studente da noi premiato con uno degli assegni di studio che l’Aiccre Puglia mette in palio in concorso che ha già dodici anni di vita.

“Ci vuole la voce di coloro che vivono in Europa: Ci vuole qualcuno che con coraggio, con le emozioni ci faccia conoscere quel progetto di pace, di democrazia, di libertà ed uguaglianza che li ha spinti ed ispirati a far nascere quella che oggi chiamiamo UNIONE EUROPEA”

“Come facciano a comprendere, credere ed innamorarci di qualcosa senza sentirne e provarne le emozioni?”

“ Se qualcuno ci facesse provare lo stesso sentimento dei padri fondatori sulla possibilità di abbattere le frontiere e costruire un grande unico popolo noi, comuni mortali, ci avvicineremmo ad una realtà poco conosciuta come l’Unione europea.

“Scaldateci il cuore, appassionateci all’Unione, ridateci un sogno e noi giovani vi seguiremo”

Presidente federazione regionale Aiccre Puglia