A PROPOSITO DEL CONGRESSO NAZIONALE AICCRE
IL TESTO DELLA LETTERA PERVENUTA OGGI DA ALDO AMATI, STORICO DIRIGENTE AICCRE MARCHE E GIA’ SINDACO DI PESARO ED IL BREVE MESSAGGIO DI RISPOSTA INVIATOGLI
Cari amici di AICCRE Puglia.
Lo so e lo sapete anche voi che nel corso degli anni vi siete trovati appiccicata addosso la nomea di rompi c… Non sempre immeritatamente, ma tante volte soltanto perché non risparmiavate critiche e sollecitazioni rispetto a inerzie, insufficienze di iniziative, vuoti di coinvolgimento degli organismi nazionali e delle federazioni della nostra associazione. Spesso avevate ragione; a volte esageravate. Tante volte di fronte alle vostre “intemperanze” ho svolto un ruolo di moderatore, come è mio costume. Nell’ultimo quinquennio, per mia scelta (in 50 anni di impegno politico/istituzionale ho sempre operato per il ricambio negli incarichi), non sono più stato nel Consiglio e nella Direzione nazionale. Ho mantenuto solo l’incarico modesto di tesoriere di AICCRE Marche. Quindi non conosco niente delle cose che vi trovano in contrapposizione con i dirigenti nazionali. Se non le lettere che a volte avete scritto e pubblicato sul Notiziario. In questo senso la soppressione della Newsletter settimanale ci ha privato di una fonte di notizie che era vitale.
Qui voglio dire la mia su una questione che avete sollevato in sede congressuale: il ruolo dei soci individuali.
Intendiamoci: io sono pienamente d’accordo che “bisogna fare il possibile e l’impossibile” per far si che i soci titolari, i sindaci o loro delegati, siano coinvolti nella vita e nei ruoli dirigenziali dell’AICCRE. L’esperienza dimostra che gli amministratori non si interessano dell’AICCRE e non partecipano alle riunioni degli organismi nei quali sono eletti. Nemmeno i rappresentanti di quegli Enti (comuni capoluogo e Regioni) che hanno doppia rappresentanza: sindaco/presidente e Presidente di consiglio. Questa è una cosa scandalosa e un fattore di debolezza dell’AICCRE! Tutti gli sforzi fatti per risolvere questo problema, sono da applaudire. Certo, se non ricevono nemmeno un invito per il congresso!!
Bene dunque la centralità effettiva da riservare ai soci titolari. Purchè non si dimentichi e non si nasconda il ruolo vitale svolto negli ultimi decenni dai soci individuali. Solo chi non conosce l’AICCRE e la sua storia può fare questo errore!
Io fui chiamato a darmi da fare per ridare vita all’AICCRE Marche poche settimane dopo la mia elezione a sindaco. Dopo 5 anni, non più sindaco, fui vivamente pregato di iscrivermi come socio individuale per non far morire di nuovo l’Associazione nelle Marche. Cercai sempre di coinvolgere i soci titolari, ma l’aiuto venne da alcuni altri soci individuali. Negli organismi nazionali e negli incontri nazionali, oltre che nel territorio svolgemmo ruoli riconosciuti come preziosi.
Anche la questione da voi sollevata dei “delegati regionali al congresso nazionale” fu affrontata dal sottoscritto con precisazioni inserite nello Statuto nazionale e nei regolamenti congressuali. L’idea che si nominino delegati della Federazione regionale solo i soci titolari è ridicola. I soci titolari sono membri di diritto del congresso nazionale. Tutti. Se si nominano anche delegati della Federazione regionale, cosa fanno: votano due volte al congresso nazionale???
Dico tutto ciò per l’amore che porto per l’AICCRE. Non per interesse personale. Già dal precedente congresso non ho voluto essere più negli organismi nazionali. Nel congresso regionale mi hanno di nuovo eletto nel Direttivo. Ma alla mia età penso di stare “in salute” a casa. Magari trovando qualche socio individuale che mi sostituisca.
Aldo Amati
Grazie Aldo per ciò che scrivi.
Diffonderemo questo contributo ma ti assicuro che la nostra azione, sempre a beneficio dell’associazione, è per rafforzare non indebolire.
Qualcuno, con poca e scarsa esperienza di amministrazione locale e scarso approfondimento della storia di Aiccre, prende a male queste nostre posizioni.
Noi, certamente, operiamo per l’associazione chiedendo più iniziative, più coinvolgimento, più dibattito. In fin dei conti siamo in grado di dare qualche suggerimento poiché abbiamo agito e sperimentato sul campo.
Oso dire, solo chi non vuol capire o è di poca fede se la prende sul piano personale, anche se poi, non ha il coraggio o la capacità di rispondere o di interloquire.
Un caro saluto.
Giuseppe Valerio
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