Approvata all’unanimità la mozione presentata dal prof. GIUSEPPE VALERIO
La direzione nazionale dell’Aiccre, riunita a Roma il 6 marzo 2015,
sentite le comunicazioni del Presidente,
richiamati i precedenti documenti approvati dagli organi statutari,
richiamate le posizioni espresse dalla delegazione italiana durante gli Stati generali di Cadice del 2012 e più recentemente durante il Congresso delle città gemellate di Roma a dicembre 2014, preso atto del rifiuto del presidente del CCre a richiamarsi ai principi del federalismo europeo,
considerato l’art, 1 dello Statuto del CCRe e lo statuto dell’Aiccre entrambi con chiari ed espliciti riferimenti al federalismo,
impegna
la presidenza e la segreteria generale dell’Aiccre, ognuno per le proprie responsabilità, ad intervenire presso gli organi CCRE al fine di ristabilire il richiamo ai principi del federalismo,
richiama
i rappresentanti italiani in seno al CCRE a far richiesta di convocazione degli organi direttivi per una discussione nel merito, così come promesso solennemente a Cadice,
impegna
altresì la presidenza dell’Aiccre a convocare un incontro tra le associazioni del Mediterraneo – Francia, Spagna ecc… – e quant’altri sia disponibile per un coordinamento per il rispetto dello statuto del CCRE.
La direzione nazionale/il Consiglio nazionale dell’Aiccre,
esaminata la situazione europea e quella italiana
invita
la presidenza ad organizzare un incontro – nella sede più consona e più opportuna – con tutti i parlamentari europei italiani al fine di creare quelle sinergie utili al sostegno delle politiche a favore dei poteri locali.
La DN – CN, esaminata la scarsa incidenza dell’azione dell’Aiccre nella più vasta società italiana, auspica
che la presidenza e la segreteria generale assicuri maggior sostegno al settore stampa ed un migliore collegamento con gli organi di informazione.
A tal fine
sollecita
un coinvolgimento dei settori universitari per un gruppo di lavoro e di studio sulle problematiche europee da trasferire nella nostra rivista “Comuni d’Europa”
Infine esprime la improrogabile necessità di una maggiore mobilitazione organizzativa.
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